Nell’anno dei festeggiamenti per i 500 anni dei Grigioni la prima manifestazione oltre i confini retici attuali si è tenuta a Chiavenna. “Deus in Burnout” di Luca Maurizio.
A presentare la serata sono Luca Radaelli, responsabile artistico della rassegna “Teatro e Musica in Valchiavenna”, e Massimo Timini, presidente del Consiglio direttivo che ha in gestione il teatro. Entrambi i responsabili si dicono lieti di poter ospitare un artista bregagliotto e curiosi di vedere questo spettacolo del quale hanno sentito parlare. Passano poi la parola a Patrik Giovanoli del progetto Florio-Soglio.
Patrik presenta lo spettacolo partendo dalla figura di Michel Agnolo Florio e del figlio John. Purtroppo della moglie di Michel Agnolo, nonché madre di John, non si ha nessuna notizia.
Michel Agnolo era un prete francescano, convertito al protestantesimo, perseguitato dall’inquisizione. Partì per l’Inghilterra. Lì nacque il figlio John, che divenne grandissimo letterato. Tradusse in inglese molti testi dagli Essais di Montaigne ai proverbi popolari italiani. Arricchì la lingua inglese di svariati vocaboli. Anche perché, come ricorda Luca Maurizio nel suo spettacolo, ai tempi, a fine del 1500 circa, la lingua inglese non era la lingua comune come lo è oggigiorno, ma era una lingua pressoché sconosciuta.
Dopo la bella introduzione Patrik Giovanoli lascia la parola al cabarettista Maurizio che in più di un’ora di spettacolo attraversa argomenti, idee, lingue che in comune hanno il territorio di appartenenza: le Tre Leghe, che per l’occasione diventano quattro, facendo assurgere i territori della Valchiavenna, della Valtellina e Bormio, che all’epoca erano territori sudditi, a territori paritari alle Tre Leghe grigionesi.
Luca Maurizio parla direttamente con il pubblico, si direbbe che oltre all’invenzione della quarta lega, lui, non abbia nessun problema a rompere la cosiddetta quarta parete che separa il pubblico dall’azione scenica. E lo fa con naturalezza, senza riverenze al pubblico sovrano. Il cabarettista bregagliotto si mette a suo agio sul palco e invita con il suo modo schietto anche il pubblico a fare lo stesso… in fondo si sta tutti insieme.
Di Paolo Pollio